Man mano che la moda diventa sempre più globalizzata, la produzione di abbigliamento e calzature si è spostata verso Paesi a basso salario, per lo più asiatici

Grazie ai minori costi di produzione, i vestiti sono diventati sempre più convenienti per i consumatori europei. Per Paesi in via di sviluppo, inoltre, le esportazioni di capi d’abbigliamento potrebbero creare posti di lavoro e crescita economica, contribuendo a ridurre i tassi di povertà. 

Sebbene ci siano vantaggi da entrambe le parti, l'industria della moda evidenzia le disuguaglianze tra il Nord e il Sud del mondo, come anche tra l’Ovest e l’Est. Questo perché molti marchi e rivenditori europei o nordamericani si sentono in diritto di imporre ai produttori del Paesi in via di sviluppo condizioni di lavoro non edificanti e, soprattutto, non sostenibili da un punto di vista umano e ambientale, per perseguire l’obiettivo di ridurre il più possibile i costi di produzione.

Local Apparel e il rapporto con i suoi fornitori indiani

La necessità che ogni lavoratore nel mondo si trovi a operare in condizioni di lavoro dignitose e positive è diventata una priorità per le Nazioni Unite, l'Organizzazione internazionale del lavoro e numerose altre organizzazioni internazionali. 

L'UE sostiene il lavoro dignitoso, ad esempio, attraverso i suoi accordi commerciali internazionali. Anche i consumatori e le aziende dell’Europa e del Nord America sono sempre più interessati alla moda sostenibile. Dopo il disastro del Rana Plaza, oltre 200 aziende per lo più europee hanno aderito al Bangladesh Accord (The Accord on Fire and Building Safety in Bangladesh), che ha contribuito a eliminare alcuni dei peggiori rischi per la sicurezza sul lavoro nei Paesi in via di sviluppo. Sebbene si tratti di sviluppi positivi, c'è ancora molto lavoro da fare. 

E Local Apparel? Che ruolo ha, nella responsabilità del settore della moda di essere sempre più sostenibile, anche e soprattutto da un punto di vista umano e lavorativo?

Local Apparel collabora da anni con produttori e artigiani situati in India. Come diciamo sempre, i capi d’abbigliamento di Local Apparel nascono in Italia da un punto di vista creativo e ideativo, ma vengono realizzati con il know-how orientale e indiano in fatto di tessuti.

Local Apparel ed il rapporto con i suoi fornitori indiani

Dal nostro laboratorio nascono le idee e i progetti per le varie collezioni: il tutto viene poi concretizzato in richieste e trasmesso ai nostri fornitori in India, che danno a queste ispirazioni un volto concreto, attraverso un’accurata ricerca di tessuti, tra operati, seta, cotone e altri prodotti tessili di qualità, fantasie e, soprattutto, pizzi e ricami (che sono il loro piatto forte). 

Non ci piace assolutamente dire che noi siamo la “mente” e loro il “braccio” dei capi d’abbigliamento di Local Apparel: da noi arriva l’esperienza made in Italy nel settore e la capacità di recepire le nuove tendenze e trasformarle in vestiti che rispecchino i valori e lo stile del brand, da loro arrivano preziose competenze in fatto di tessuti, come anche incredibili ispirazioni di fantasie e trame per rendere ogni capo unico, inimitabile e originale. 

Nel progetto di Local Apparel, Italia e India sono i due lati della medesima medaglia e i nostri laboratori, quelli di Campi Bisenzio e quelli situati in India, cooperano giorno dopo giorno per fornirvi capi d’abbigliamento tanto preziosi e di qualità, quanto sostenibili e realizzati nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.

Local Apparel ed il rapporto con i suoi fornitori indiani

Ogni brand di moda ha un ruolo, anche se piccolo, nel cambio di prospettiva che il settore della moda occidentale sta attuando nei confronti dei Paesi in via di sviluppo dell’Oriente, come l’India: non più zone dove reperire materiali e manodopera a basso costo, con gravi ripercussioni sull’ambiente e sulle strutture sociali di questi Paesi, ma fornitori attenti, competenti e autodeterminati di tessuti, come anche di expertise nella produzione e lavorazione degli stessi.